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L'Impatto Critico dell'Alimentazione al Lavoro su Produttività e Salute: Una Prospettiva di Medicina del Lavoro

  • Immagine del redattore: Pietro Ponzoni
    Pietro Ponzoni
  • 3 giorni fa
  • Tempo di lettura: 7 min

In questo primo appuntamento della nuova collana sulla prevenzione in azienda, analizziamo i dati tecnici e le strategie per rendere l'Alimentazione al Lavoro un motore di performance mentale e fisica.


Non perderti i prossimi articoli della serie  dove affronteremo altri temi cruciali per il benessere aziendale: il Fumo di tabacco e la sinergia con i rischi occupazionali, la gestione scientifica del periodo di Menopausa e Lavoro per le dipendenti, e le nuove prospettive legislative sulla Prevenzione Oncologica in azienda.



La Dieta Invisibile: Quanto ci Costa la Cattiva Alimentazione?

Le cifre della salute globale sono inequivocabili: le malattie croniche non trasmissibili (NCD, Noncommunicable Disease) sono responsabili di circa il 70% di tutti i decessi nel mondo, causando circa 40 milioni di vittime ogni anno.

Queste patologie — che includono malattie cardiovascolari, tumori, diabete e disturbi respiratori — sono strettamente correlate a stili di vita non salutari, tra cui spicca la scorretta alimentazione.


Banner informativo di Medicina del Lavoro con titolo sull’impatto dell’alimentazione sul lavoro, icone stilizzate di cibo sano, persona e piatto, logo Ponzo­ni Pietro Medico del Lavoro e pulsante ‘Leggi l’articolo’
L’alimentazione sul luogo di lavoro è un fattore determinante per produttività, benessere e prevenzione sanitaria.

Ma il problema non è solo sanitario; è anche economico.


L'Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO) ha stimato che un regime alimentare inadeguato, sia troppo povero che troppo ricco, può comportare una perdita di produttività che arriva fino al 20%.

A fronte a investimenti modesti per migliorare la qualità dell’Alimentazione al Lavoro, le aziende registrano ricadute positive notevoli, in particolare nella riduzione dei giorni di malattia e degli infortuni.

Questo dimostra come il luogo di lavoro sia un setting ideale di promozione della salute (WHP).


I Pilastri di una Corretta Alimentazione al Lavoro

Una dieta per il lavoratore deve essere bilanciata, adeguata e completa per sostenere un elevato livello di performance mentale e fisica.

Per stabilire cosa sia "corretto", occorre considerare diversi fattori, inclusi: il tipo di lavoro (sedentario, leggero, pesante), l’ambiente (temperatura, umidità), l’orario e le attività extra lavorative.


Dispendio Energetico in Base alla Mansione

È fondamentale che l'apporto calorico sia commisurato allo sforzo.

Ad esempio, una donna che svolge un lavoro leggero (es. impiegata) ha un dispendio energetico stimato tra 90 e 204 Kcal/h, mentre in un lavoro pesante (es. manovale) il consumo orario sale a 330-564 Kcal/h. Per gli uomini, i valori corrispondenti variano da 120-294 Kcal/h (leggero) fino a 450-744 Kcal/h (pesante). Nel caso del lavoro mentale, che è spesso associato alla sedentarietà, l’attenzione deve essere massima, dato il dispendio energetico minimo.


Di seguito si propone una tabella sinottica dei valori stimati del dispendio energetico orario (Kcal/h) per diverse classi di lavoro e per sesso.


Dispendio Energetico Orario (Kcal/h) per tipologia di Lavoro

Tipologia di Lavoro

Esempi di Mansione

Uomini (65 Kg)

Donne (55 Kg)

Note sulla Necessità Alimentare

Lavoro Leggero

Impiegati, personale amministrativo, liberi professionisti, casalinghe, tecnici.

120 - 294 Kcal/h

90 - 204 Kcal/h

In caso di lavoro al VDT o affini, solitamente associati alla sedentarietà, l'attenzione all'alimentazione deve essere massima, poiché il dispendio energetico è minimo, con il rischio di eccessivo introito calorico.

Lavoro Moderato

Collaboratori domestici, personale di vendita, lavoratori del terziario.

300 - 444 Kcal/h

210 - 324 Kcal/h

Richiede un apporto calorico maggiore rispetto al lavoro leggero, ma mantiene la necessità di pasti non troppo abbondanti per preservare la prontezza dei riflessi.

Lavoro Pesante

Lavoratori dell’agricoltura e manovali.

450 - 744 Kcal/h

330 - 564 Kcal/h

Necessita del massimo apporto energetico, ma i pasti dovrebbero comunque essere facilmente digeribili e ricchi di carboidrati, legumi, frutta e verdura per evitare la diminuzione della resistenza alla fatica.

Questi valori rappresentano stime calcolate su un individuo "medio" (uomo 70 Kg, donna 55 Kg) con età e caratteristiche fisiche standard.


In generale, è cruciale che una corretta dieta per i lavoratori consideri non solo le proprietà nutritive ed energetiche degli alimenti, ma anche fattori specifici come il tipo di lavoro svolto (sedentario, leggero, pesante, ecc.), l'ambiente (temperatura, umidità) e l'orario di lavoro (turni, continuato).


Per garantire un buon livello di performance mentale e fisica, i pasti consumati durante l'attività devono essere composti prevalentemente da carboidrati, legumi, frutta e verdura, oltre a un adeguato apporto idrico, per assicurare la prontezza dei riflessi.



Regole Fondamentali per i Pasti Lavorativi

  1. Per assicurare la prontezza dei riflessi e contrastare la diminuzione della resistenza alla fatica, i pasti consumati durante il turno devono essere non troppo abbondanti e facilmente digeribili.


  2. Devono essere privilegiati alimenti ad alto contenuto di sali minerali, prevalentemente costituiti da carboidrati (pane, pasta, riso), legumi, frutta e verdura, oltre a garantire un adeguato apporto idrico (almeno un litro e mezzo al giorno).


  3. È consigliabile suddividere l’alimentazione in tre pasti principali e uno o due spuntini giornalieri, per un rifornimento energetico più armonico e un minore impegno digestivo.


Prevenzione in Azienda: Il Setting della Salute

Il luogo di lavoro è una leva strategica per la prevenzione, in quanto consente di agire sia sul lavoratore (migliorando la conoscenza e il comportamento) sia sull’ambiente lavorativo stesso.

Le aziende, nell'ambito dei programmi di welfare aziendale, dovrebbero adottare misure strutturali concrete:

1. Mense e Distribuzione:

È consigliabile favorire il consumo di cibi integrali, che conservano meglio i principi nutritivi. Le mense e i distributori automatici dovrebbero offrire una scelta varia che includa buone quantità di frutta e verdura già pronte per il consumo.


2. Trasparenza e Servizi:

I menù aziendali potrebbero indicare la composizione e le relative calorie di ogni pietanza. Inoltre, è importante che l’offerta alimentare sia idonea anche per lavoratori con esigenze specifiche (diabete, ipertensione, allergie, celiachia).


3. Incentivi:

Un'azione strutturale utile è l’attivazione di convenzioni per utilizzare i buoni pasto anche presso frutterie/ortofrutta.


4. Monitoraggio Personale:

La promozione della salute passa anche dalla formazione, raccomandando ai lavoratori di tenere sotto controllo il peso utilizzando due parametri chiave: l’Indice di Massa Corporea (IMC), in inglese Body Mass Index (BMI), e la circonferenza addominale. La circonferenza addominale è particolarmente rilevante per valutare il rischio cardiovascolare, poiché l'accumulo di grasso viscerale è proporzionale ad essa, ed esiste una correlazione diretta tra IMC, circonferenza vita e rischio di mortalità per complicazioni cardiovascolari, diabete e dislipidemia.

Il BMI è un indicatore utile come screening generale, ma non distingue tra massa grassa e massa muscolare.

Per questo può classificare come “sovrappeso” atleti molto muscolosi, pur con bassa percentuale di grasso, o far risultare “normale” il BMI di anziani con poca massa magra ma elevato rischio metabolico. Basandosi solo su peso e altezza, ignora la reale composizione corporea: in questi casi è preferibile affiancare misure più specifiche, come la circonferenza vita o la plicometria, soprattutto per chi ha una corporatura atletica o non standard.


Il Ruolo Chiave del Medico Competente

La gestione della salute nutrizionale in azienda richiede l’intervento di figure specializzate. Il Medico Competente (MC), possibilmente con la consulenza di uno specialista della nutrizione, supporta il datore di lavoro nell'assicurare che l'offerta alimentare aziendale sia adeguata.

Oltre alla sorveglianza sanitaria, il MC ha un ruolo fondamentale nella promozione della salute attraverso:

  • La verifica dell’offerta alimentare e strutturale (distributori, mense).

  • La promozione di corsi di informazione e formazione sull'Alimentazione al Lavoro e sul controllo del peso.


Conclusione

In definitiva, affrontare il tema dell'Alimentazione al Lavoro è un imperativo strategico per la sostenibilità aziendale.

Riconoscendo il luogo di lavoro come un setting ideale di promozione della salute e del benessere, l'azienda non solo adempie al dovere etico di prevenzione (contrastando patologie come le NCD, responsabili del 70% dei decessi nel mondo), ma compie un investimento sociale che genera ricadute notevoli.

Con il supporto attivo del Medico Competente nell'attuazione di misure strutturali (come l'offerta di cibi integrali e frutta in mensa) e nella promozione di programmi per il controllo del peso (IMC e circonferenza addominale), l’azienda mitiga perdite di produttività stimate fino al 20%, affermando il benessere nutrizionale come pilastro di una performance mentale e fisica duratura.



FAQ – Alimentazione al Lavoro e Produttività


1. Perché l’alimentazione sul lavoro è così importante?

Una corretta alimentazione influisce direttamente su energia, concentrazione, capacità decisionale e resistenza alla fatica. Una dieta inadeguata aumenta il rischio di malattie croniche, riduce la produttività e incrementa assenze e infortuni.


2. Quanto incide la cattiva alimentazione sulla produttività aziendale?

Secondo l’Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO), una dieta povera o squilibrata può ridurre la produttività fino al 20%. Al contrario, investimenti minimi in mense, distributori e formazione portano benefici significativi in salute e performance.


3. Quali sono i nutrienti più importanti durante il turno di lavoro?

I pasti lavorativi devono privilegiare:

  • Carboidrati complessi (pane, pasta, riso)

  • Legumi

  • Frutta e verdura

  • Sali minerali

  • Acqua (almeno 1,5 L/die)Sono da evitare pasti troppo abbondanti, ricchi di grassi e difficili da digerire.


4. Come varia il fabbisogno energetico in base al tipo di lavoro?

Il dispendio calorico varia molto:

  • Lavoro leggero: 90–204 Kcal/h (donne), 120–294 Kcal/h (uomini)

  • Lavoro moderato: 210–324 Kcal/h (donne), 300–444 Kcal/h (uomini)

  • Lavoro pesante: 330–564 Kcal/h (donne), 450–744 Kcal/h (uomini)Più il lavoro è gravoso, più l’apporto calorico deve essere adeguato, mantenendo comunque pasti leggeri e digeribili.


5. Come dovrebbe essere strutturata l’alimentazione giornaliera di un lavoratore?

L’ideale è organizzare 3 pasti principali + 1–2 spuntini, in modo da assicurare un rifornimento energetico continuo e un impegno digestivo ridotto. I pasti devono essere equilibrati, vari e ricchi di alimenti freschi.


6. Quali misure può adottare l’azienda per migliorare l’alimentazione dei dipendenti?

Tra le principali azioni di prevenzione:

  • Mense con cibi integrali, frutta e verdura già pronte.

  • Distributori automatici con opzioni salutari.

  • Trasparenza nutrizionale nei menù aziendali.

  • Convenzioni che permettano di spendere i buoni pasto anche in frutteria.

  • Offerta alimentare adeguata a patologie specifiche (diabete, celiachia, ipertensione).


7. Perché è utile monitorare IMC e circonferenza addominale?

Sono indicatori essenziali del rischio metabolico e cardiovascolare. L’aumento della circonferenza addominale è correlato direttamente al grasso viscerale, associato a un maggiore rischio di diabete, dislipidemie e complicanze cardiache.


8. Qual è il ruolo del Medico Competente in tema di alimentazione aziendale?

Il Medico Competente:

  • Valuta l’idoneità nutrizionale dell’offerta aziendale (mense, distributori).

  • Collabora con specialisti della nutrizione.

  • Realizza percorsi informativi e formativi.

  • Supporta il datore di lavoro nella promozione della salute (WHP).


9. Perché l’alimentazione al lavoro è un investimento per l’azienda?

Perché riduce assenteismo, malattie, infortuni e migliora la performance complessiva. Un ambiente alimentare sano è una misura concreta di welfare aziendale che porta vantaggi sia al lavoratore sia all’organizzazione.


Non perderti i prossimi articoli della serie  dove affronteremo altri temi cruciali per il benessere aziendale: il Fumo di tabacco e la sinergia con i rischi occupazionali, la gestione scientifica del periodo di Menopausa e Lavoro per le dipendenti, e le nuove prospettive legislative sulla Prevenzione Oncologica in azienda.

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Fonti:

World Health Organization. Noncommunicable diseases. 2017.
Istituto nazionale di statistica. Fattori di rischio per la salute: fumo, obesità, alcol e sedentarietà. 2017
Wanjek C. Food at Work. Workplace Solutions for Malnutrition, Obesity and Chronic Diseases. Geneva: ILO; 2005
Casula D. L’alimentazione del lavoratore. In: Medicina del lavoro. Bologna: Monduzzi; 2003
World Health Organization. Waist Circumference and Waist-Hip Ratio. Report of a World Health Organization Expert Consultation. Geneva: 8 – 11 December 2008. Geneva: WHO; 2011
European Food Information Council. I fattori determinanti alla base delle scelte alimentari. Rassegna EUFIC; 2005
World Health Organization. Healthy workplaces: a model for action; 2010

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